Cambiamento competenze job act lavoro Ricerca di lavoro Risorse umane Selezione del personale Tutte le categorie
Lavorando 05/2016

Il nostro Paese sta cercando di superare un sistema rigido, poco aperto al cambiamento, con meccanismi di ricambio inceppati, in cui il vantaggio va tutto alle componenti della società orientate a difendere le rendite del passato a discapito di chi vuole produrre nuovo benessere futuro.

La volontà di superare questo sistema ha creato degli schieramenti: Il nuovo contro il vecchio, il futuro contro il passato, il desiderio di esplorare contro la paura di cambiare. È uno scontro epico ed è uno scontro che sta avvenendo in tanti modi, forme, azioni.

È ormai chiaro che il vento che soffia su questa nuova era è alimentato da un progressivo cambiamento dei paradigmi e che qualsiasi cosa stia avvenendo essa non è una crisi congiunturale, ma è l’insieme di forze che con sempre maggiore vigore e velocità spingono verso nuovi scenari.

[column size=”one-third”]

View my Flipboard Magazine.

[/column]

[column size=”two-third” position=”last”]

Come abbiamo più volte ribadito, il lavoro è uno dei contesti che più di altri ha subito ed è stato stravolto dal cambiamento: sono cambiate le figure richieste dal mercato, le competenze necessarie a svolgere una mansione, i tempi e i modi per accedere al mercato del lavoro, il modo di comunicare, di relazionarsi, cambia il modo in cui le aziende selezionano nuovi collaboratori.

[/column]

Ecco perché noi di cambiamenti, abbiamo pensato di offrire gratuitamente, a tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro, o che, anche se hanno già un lavoro vogliono rimanere sempre aggiornati, Lavorando la nostra rivista per stare al posso con i tempi.

Al suo interno troverete informazioni su: agevolazioni per chi cerca lavoro, su come funzionano i nuovi contratti, offerte di lavoro e molto altro…buona lettura!

 

benessere organizzativo Cambiamento comunicazione formazione dipendenti gestione della diversità Risorse umane Tutte le categorie
Gestione consapevole delle diversità

Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi.
(Charles Evans Hughes)

Il concetto di diversità impregna ogni ambito della vita, basta guardarsi intorno per rendersi conto, che siamo tutti coinvolti in un sistema che fa leva sulle diversità.

Che si tratti di diversità di genere, di orientamento religioso, generazionale, di appartenenza etnica, di orientamento sessuale, di abilità psico-fisiche, di competenze, di ruolo, ecc. la diversità si manifesta negli stili di lavoro e nelle diverse esigenze delle persone.

Eppure, le aziende italiane sembrano indifferenti di fronte al tema delle diversità.

La gestione delle diversità rappresenta una vera a propria sfida strategica, attuale e futura, che occorre capire e comprendere per poterla gestire.

Le persone all’interno dell’azienda, sono fra loro diverse, sono caratterizzate da una molteplicità di fattori che, in parte le accomunano ed in parte le differenziano, attuare una gestione efficiente ed efficace del personale richiede scelte organizzative che valorizzino la diversità, si tratta di passare dalla “gestione del personale” alla “gestione consapevole delle diversità delle persone”.

Cosa implica questo cambiamento? Quali sono i problemi che bisogna affrontare e quali i benefici che si possono trarre?

Per attuare una gestione consapevole della diversità, sono necessari due cambiamenti:

Il cambiamento culturale che ha come obiettivo quello di riconoscere, rispettare e trasformare in opportunità le diversità fra i lavoratori.

Il cambiamento organizzativo realizzato attraverso una scelta strategica proattiva della gestione delle diversità, che comporta il riconoscimento che le diversità fra le persone esistono, sono considerate un fattore rilevante e positivo ai fini aziendali, dunque occuparsi della loro gestione, rappresenta una fonte di opportunità; l’azienda decide quindi di introdurre o modificare interventi di gestione delle persone in modo da tener conto di tali diversità adottando un’ottica di medio-lungo periodo;

I problemi che l’azienda si trova ad affrontare quando sceglie la gestione consapevole delle diversità sono:

Aumento difficoltà di gestione dei rapporti dovuta all’eterogeneità nei gruppi

Resistenza al cambiamento culturale ed organizzativo

Problemi connessi all’integrazione di diversità culturali che comporta difficoltà a comprendere ed integrare aspetti culturali

Aumento delle difficoltà di comunicazione

I benefici riguardano:

riduzione di costi

aumento della competitività di impresa maggior flessibilità del lavoro e migliore capacità di problem-solving, una maggior creatività che favorisce la progettazione di nuovi prodotti e servizi ed agevola l’incremento delle vendite

miglioramento dei rapporti con i clienti– in quanto una forza lavoro diversa può rispecchiare le diversità presenti nei clienti

il miglioramento dell’immagine che permette di ottenere migliori risultati al livello delle vendite

In conclusione uno degli elementi chiave, per riuscire a ottenere gestione consapevole delle diversità è la scelta di un Diversity Management che è un particolare approccio proattivo gestionale che mette in atto un cambiamento culturale diffuso, progettando strumenti di gestione che consentano di accogliere le diversità riuscendo a creare un ambiente lavorativo in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi.

per approfondire

Cambiamento Formazione formazione dipendenti industria Risorse umane
Industria 4.0…siete pronti al cambiamento?

Un nuovo vento di cambiamento soffia sui tetti dei capannoni industriali, riusciremo a coglierne le opportunità?

Che aspetto ha l’Industria 4.0?

La quarta rivoluzione industriale, viene “battezzata” con il nome di industria 4.0, in occasione della Fiera di Hannover del 2011 e non a caso è proprio questo Paese europeo il primo ad essersi attivato per sviluppare e testare nuove modalità produttive, attraverso la crescente integrazione di sistemi ciber-fisici nei processi industriali.

La nuova fabbrica digitale si caratterizzerà per:

[list style=”tick”]

  • Il flusso di comunicazione interno, che sarà continuo e in tempo reale fra le postazioni di lavoro, integrando produzione e magazzino.
  • La facoltà di comunicare apporterà alla linea capacità autodiagnostica e permetterà il controllo a distanza della produzione.
  • La flessibilità dei sistemi permetterà di personalizzare i prodotti in funzione della domanda.
  • La fabbrica sarà smart anche nel senso di approvvigionarsi di energia in modo sobrio, senza sprechi e al minor costo possibile.

[/list]

C’è ancora spazio per l’uomo nell’industria 4.0 o le macchine prenderanno il sopravvento?

L’ uomo resterà al centro della tecnologia, ed è importantissimo che venga preparato per il mondo che sarà.

Questo richiede una grossa trasformazione e una grossa accelerazione.

La persona avrà il compito essenziale di controllare e correggere i parametri di produzione, oltre che donare l’apporto creativo. L’obiettivo dunque non è quello di lasciare le persone senza lavoro, bensì di fare in modo che siano più libere di dedicarsi a compiti creativi e avanzati.

Inoltre, con la digitalizzazione dei sistemi fisici, i lavoratori dovranno spendere meno tempo in un luogo di lavoro specifico e gestire l’azienda da remoto, via internet.

Le figure professionali saranno più importanti, più qualificate e quindi come tale anche meglio pagate.

L’industria 4.0 sarà una rivoluzione culturale fondata sull’ intelligenza delle persone, del lavoro e delle comunità. La conoscenza è ormai la principale forza produttiva, per questo l’industria ha bisogno di figure tecnico professionali di alta qualificazione, figure che hanno bisogno di essere formate per sfide ancora sconosciute.

Ma in azienda oggi, non ci sono solo gli operai e gli impiegati!

Infatti occorre enfatizzare la grande necessità di formazione a livello manageriale e suonare l’allarme perché moltissimi imprenditori e manager in Italia non si stanno ancora accorgendo di come mutano le condizioni al contorno e quindi come devono far cambiare le loro aziende.

Perché aspettare ancora…iniziamo a prepararci insieme per essere pronti a questa grande rivoluzione!

benessere organizzativo Formazione formazione dipendenti Risorse umane Tutte le categorie
La formazione dei lavoratori dipendenti per accrescere il benessere organizzativo!

Negli ultimi anni abbiamo visto centinaia di aziende chiudere e più di un milione di persone perdere il posto di lavoro.

Le conseguenze della crisi hanno agito sul mercato del lavoro non solo in termini di disoccupazione, ma colpendo anche coloro che sono riusciti a tenersi stretta la propria occupazione.

Lentamente stiamo cercando di ripartire, dunque è arrivato il momento di puntare i riflettori sul “motore aziendale”: le persone.

Un’ indagine condotta proprio quest’anno dall’ Ipsos ha deciso di esplorare cosa accade nell’universo delle risorse umane. L’indagine ha coinvolto 14 paesi europei con lo scopo di analizzare la percezione del benessere lavorativo e delle aspettative professionali dei lavoratori dipendenti.

Già dai primi risultati, il mercato del lavoro italiano è risultato il più immobile in Europa:

dunque i nostri collaboratori sono fedeli alle aziende?

La risposta è no! La staticità dipende dalla sfiducia nelle prospettive professionali al punto tale che, chi ha un’occupazione rinuncia, nel 66% dei casi, a ricercare attivamente un nuova posizione, a causa delle basse aspettative di ricollocamento.

Pensando al futuro, i lavoratori italiani si aggiudicano il terzo posto sul podio, per il pessimismo, subito dopo francesi e polacchi.

Dalla ricerca è emerso un bisogno sul quale riflettere:

il desiderio di una nuova organizzazione del lavoro e di una nuova cultura manageriale fondata su tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio.

Per quanto concerne le iniziative e i servizi che rispecchiano le esigenze dei lavoratori, spicca un dato fondamentale:

l’86% dei dipendenti vede la formazione come l’elemento essenziale per sviluppare la competitività personale e aziendale.

Le persone che compongono l’azienda, sono consapevoli della necessità di sviluppare le proprie competenze al fine di orientare la propria carriera ed essere competitivi in un mercato del lavoro estremamente difficile.

Questa consapevolezza spesso contrasta con il pensiero dei datori di lavoro che scelgono di non formare i collaboratori perché se la persona decide di cambiare azienda, si perde il capitale investito.

I dati evidenziano una realtà ben diversa, le organizzazioni che investono in formazione del personale, traggono notevoli benefici in termini di produttività e motivano anche i propri dipendenti a rimanere in azienda.

formazione lavoratori dipendenti

Dunque, il primo passo per mantenere le proprie risorse e accrescere la produttività in azienda, è attivarsi per erogare una formazione che tenga realmente conto dei bisogni espressi dai lavoratori.

I dipendenti che compongono il mercato del lavoro italiano sono risorse preziose per la vita aziendale, sono sempre più consapevoli di ciò che strategicamente permette loro di investire nello sviluppo del proprio capitale intellettuale e professionale.

Se volete mantenere le risorse chiave della vostra azienda, se volete accrescere le competenze dei vostri collaboratori e vivere in un contesto socio economico in continuo cambiamento  consultate la nostra proposta.

per approfondire

Cambiamento Formazione Risorse umane Tutte le categorie
L’ignoranza “strategica”

“Se pensi che l’istruzione sia costosa, prova l’ignoranza”

Derek Bok, Harvard University

Nell’autunno del 2013 sono stati presentati i dati di dei risultati del Rapporto realizzato dall’Isfol – Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori.

La ricerca, promossa dall’Ocse, ha esaminato 24 paesi, al fine di condurre un’analisi sul livello di competenze fondamentali della popolazione.

Il campione preso in esame, aveva un’età compresa fra i 16 e i 65 anni. I risultati emersi, sono stati sconvolgenti, noi Italiani ci siamo collocati all’ultimo posto in classifica!

Il caotico contesto economico degli ultimi anni, ha comportato scelte aziendali mirate alla riduzione dei costi.

Oltre ai tagli di personale, sono stati eliminati i fondi da investire nella formazione. Dunque le aziende hanno dovuto rinunciare ad una parte di quelle che oggi vengono definite “risorse umane” e alla possibilità di crescita e sviluppo dei pochi superstiti.

Eppure nelle aziende, è forte il bisogno di:                                                                              1

[list style=”arrow”]

  • Conservare le quote di mercato
  • Rafforzare la posizione competitiva e migliorare i livelli di produttività
  • Abbassare il costo del lavoro
  • Accrescere l’innovazione
  • Conservare la fiducia di clienti, banche e fornitori
  • Investire in programmi di ricerca e sviluppo e aprirsi all’internazionalizzazione.[/list]

    “Qual è il grande pericolo della situazione attuale?”

    “L’ ignoranza ancor più della miseria” diceva il saggio Victor Hugo nel suo discorso alla camera del 10 Novembre 1848.

    Da allora sono passati 167 anni, eppure la storia sembra non averci insegnato un bel niente!

    Come si può essere competitivi e innovativi se non s’investe nello sviluppo e nella conoscenza?

    Le aziende italiane come possono conservare la loro fetta di mercato e pensare di accrescerla, se scelgono di sopravvivere?

    Vivere nella società moderna, richiede una serie di competenze molto diverse da quelle con cui potevamo barcamenarci vent’anni fa.

    Dopo il periodo di crisi da cui cerchiamo di venire fuori, dovrebbe essere scontata l’importanza strategica della formazione e dell’aggiornamento professionale, pensando, a ciò che essa consente di realizzare in termini di sviluppo, crescita delle competenze, di miglioramento della qualità comunicativa e del clima aziendale, di incremento di motivazione e coinvolgimento del personale e di innalzamento dei livelli di efficienza e produttività.

Siamo di fronte ad un bivio, voi cosa scegliete:

l’ignoranza strategica o investire per lo sviluppo delle competenze e dell’innovazione?

per approfondire

Cambiamento Formazione Outplacement Ricerca di lavoro Risorse umane
Alla ricerca della “sicurezza” nel futuro lavorativo

“Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti” – Winston Churchill

Da più di vent’anni cooperiamo con le organizzazioni e le persone, per gestire il cambiamento, già allora, avevamo compreso che il mondo, e soprattutto quello del lavoro, sarebbe stato segnato da rapide svolte e continue evoluzioni, eppure uno dei bisogni rimasto invariato è il bisogno di sicurezza e stabilità lavorativa.

Siamo nell’era in cui tutto ciò che oggi è innovativo domani diventa obsoleto, in cui non ci possiamo permettere di rimanere fossilizzati su valori, competenze e conoscenze che possediamo, ma dobbiamo continuare ad aggiornarli, accrescerli e innovarli, in questi anni abbiamo avuto la conferma che anche i contratti lavorativi ormai tendono alla flessibilizzazione delle collaborazioni.

Questo clima ha incrementato paure, ansie e forti preoccupazioni per il futuro!

Eppure in tutto questo fermento, una riflessione, proviene dall’etimologia del termine preoccupazione, che deriva dal latino e significa: occuparsi prima.

Dunque pensando al futuro, come possiamo gestire anticipatamente, qualcosa che deve ancora avvenire?

Questa domanda, non vuole alleggerire gli animi, ma sottolineare che, utilizzare le risorse nella ricerca di un lavoro che garantirà stabilità e sicurezza, per tutto l’arco della vita professionale, è un impegno che non dà risultati.

[list style=”star”]

  • Cosa possiamo fare allora di fronte all’incertezza?
  • Quali sono le strade da seguire per uscire dalla condizione di naufraghi alla deriva?

 [/list]

Il primo passo è scegliere d’investire le energie in attività che aiutino a fare chiarezza, che diano una panoramica sulle competenze che si possiedono, e su quelle da sviluppare, che orientino la persona sulla costruzione dell’imbarcazione più adeguata, per navigare nel mare dell’incertezza, con questo obiettivo nasce JOB SURVIVOR!

Per approfondimenti clicca qui.

Formazione Ricerca di lavoro Risorse umane Tutte le categorie
Tirocinio formativo:esperienza costruttiva o perdita di tempo?

Digitando su un motore di ricerca la parola tirocinio formativo si trovano centinaia di definizioni, che spiegano cos’è, quali sono le norme che lo regolano e quali sono gli obiettivi per i quali viene proposto.

Nessuno però parla di quali sono i benefici che l’esperienza offre e come dovrebbe svolgersi.

L’azienda che decide di accogliere un tirocinante ha la possibilità d’inserire una persona con alle spalle percorsi di studi e/o esperienze lavorative, che vuole accrescere le sue competenze e misurarsi in un nuovo contesto lavorativo. La sua presenza, oltre a non gravare sul bilancio, va vissuta come un momento d’incontro durante il quale, l’azienda conosce e si confronta con la persona su idee e valori, si mettono in comune risorse e competenze con il fine di poter costruire un rapporto che possa avere un proseguo.

Un tirocinante può dunque trasformarsi in una risorsa, ma l’azienda non deve cadere nell’errore di strumentalizzare la sua presenza per supplire carenze di personale, o “utilizzarla” per svolgere compiti che altri non vogliono eseguire.

Il tirocinante ha delle mansioni prima ancora di essere inserito in azienda, il suo ruolo è sperimentare le competenze acquisite, rafforzandole attraverso l’esperienza sul campo.

  • Eppure oggi le cose sono molto diverse da quanto sopra descritto, alcune aziende non sono interessate ad accogliere tirocinanti perché ai loro occhi, sono un impegno che va a gravare sulle giornate piene d’attività; quelle che invece decidono di farlo vedono nel tirocinante la possibilità di personale a costo zero, innalzano le aspettative sulle mansioni che la persona dovrebbe saper svolgere, eliminando la dimensione formativa, che è lo scopo principale del tirocinio.

Qualche parola però va spesa anche per coloro che intendono intraprendere un percorso di tirocinio formativo, durante il quale bisogna mettere a disposizione le proprie competenze, portando valore aggiunto presso le aziende che aderiscono all’iniziativa.

E’ vero che i tirocini vengono fatti con precise finalità, ma è anche vero che:

[list style=”tick”]

  • se questa esperienza viene vissuta come un modo per impiegare il tempo,
  • se si costruiscono alibi per non dare la massima disponibilità alle aziende,
  • se viene visto come un periodo durante il quale il pensiero costante è rivolto a procacciarsi una forma contrattuale

[/list]

l’esperienza perde la sua funzione diventando la conferma dei pregiudizi di coloro che non vogliono mettersi in gioco.

Ci auguriamo che le nostre riflessioni, che volutamente hanno tirato in causa i protagonisti del tirocinio, (aziende e persone), possano contribuire a sviluppare questo percorso come una grande opportunità di crescita reciproca e che l’aspetto formativo sia la base di supporto di per lo svolgimento di ogni esperienza.

Per informazioni sulle prossime iniziative contattateci.

 .

Formazione Risorse umane Tutte le categorie
Stress…nemico o alleato?

Tutte le mattine appena mettiamo i piedi giù da letto, il nostro più fedele amico viene a darci il buongiorno…di chi stiamo parlando? Ma dello stress naturalmente. Per alcuni è un nemico per altri un alleato!

Appena saliamo in macchina dopo una rapida colazione, il nostro obiettivo è arrivare puntuali a lavoro, ma tra semafori, automobilisti infuriati, pedoni indisciplinati e ciclisti…iniziamo a sentire la pressione di una giornata che, anche se appena iniziata, speriamo si possa concludere presto.

Appena arrivati a lavoro gli stimoli aumentano: tra le attività da svolgere, gli appuntamenti, le telefonate le mail a cui rispondere, le relazioni con clienti e colleghi, i continui input che riceviamo, aumentano quel senso di pressione.

Ovviamente, oltre al lavoro dobbiamo occuparci degli impegni dei nostri figli o dei nostri famigliari, i nostri pasti si trasformano in “gare di formula uno” e la sera appena torniamo a casa, alla prima richiesta che ci viene fatta, siamo così stanchi che non vediamo l’ora di andare a letto.

Tutta colpa dello stress…ma lo stress è veramente un elemento che influenza solo negativamente la nostra vita?
Esiste la possibilità di vedere un cambiamento nella frenesia delle nostre giornate?

Hans Selye definisce lo stress come una “condizione aspecifica in cui si trova l’organismo quando deve adattarsi alle esigenze imposte dall’ambiente”, in alcuni casi lo stress è un nostro alleato perché ci aiuta a trovare le risorse necessarie per adattarci all’ambiente circostante, ci dà la giusta dose di energia per superare una certa performance e raggiungere obiettivi e risultati. Lo stress dunque, può essere un amico fidato.

Vivere nella speranza che i ritmi e gli stimoli della nostra vita possano cambiare è un’utopia, ma abbiamo la possibilità di riconoscere i segnali di quello stress che influenza negativamente le nostre giornate, adottando strategie che ci aiutino a mantenere sotto controllo il nostro equilibrio psicofisico.

Se volete trasformare lo stress in un vostro alleato, vi aspettiamo il 27 Marzo al corso “La gestione produttiva dello stress”.

per approfondire

Formazione Risorse umane Tutte le categorie
Non si può non comunicare!

Da sempre noi uomini abbiamo sviluppato tecnologie per soddisfare i nostri bisogni di comunicazione, creando strumenti per avere interlocutori sempre più lontani e per comunicare con un numero di persone sempre maggiore, abbiamo creato i social network per avere una rete di contatti con cui condividere informazioni, pensieri, opinioni, stati d’animo, esperienze “ sensazioni “.

L’uomo è un animale sociale, che attraverso il confronto con gli altri, soddisfa i suoi bisogni, impara a vivere e a conoscere ciò che lo circonda; comunicare non significa semplicemente parlare, ma presuppone una relazione e quindi uno scambio.

Il linguaggio è solo il codice attraverso il quale veicoliamo un messaggio, ma gli elementi che compongono la comunicazione sono molteplici.

Quante volte abbiamo pensato che un nostro famigliare o un collega è incapace di farsi capire? Quante volte un nostro messaggio è stato frainteso? E quante volte invece abbiamo ricevuto un messaggio senza verificare ciò che c’è stato comunicato?

Comunicare in modo efficace è una competenza e come tale può essere acquisita, ma quanti di noi sono pronti a mettersi in gioco?

Si sente parlare molto di corsi che insegnano a comunicare in modo persuasivo, ma lo scopo della comunicazione efficace non può essere quello di produrre un cambiamento nei comportamenti, negli atteggiamenti o nei valori altrui, ma il suo scopo è il successo del trasferimento dei contenuti del nostro messaggio.

Come si può allora comunicare in modo efficace?

Riteniamo sia essenziale come primo passo, conoscere oltre che gli elementi che sono alla base della comunicazione, comprendere quali sono i fattori che la influenzano, quali sono le sue funzioni, e avere la consapevolezza dei vari stili comunicativi che ognuno di noi adotta.

Per comunicare in modo efficace è importante che la nostra comunicazione sia coerente!

Un aspetto fondamentale del processo comunicativo è l’ascolto, che non può e non deve essere visto come un momento passivo, ma che al contrario, richiede impegno e partecipazione; chi ascolta ha il compito di comunicare l’intenzione di voler capire, e dover interpretare il messaggio che l’altro ha trasmesso.

[column size=”one-half”]

Abbiamo scelto di trattare quest’ argomento, perché viviamo in un mondo caotico in cui le relazioni e i ruoli, ci richiedono di filtrare un numero crescente d’ informazioni; questa situazione, agevola la proposta di modelli standardizzati dalle soluzioni immediate, che esortano a diventare “il numero 1”.

Ogni persona ha la possibilità di accrescere le proprie capacità e di acquisire nuove competenze, senza seguire le “orme lasciate dal piede di qualcun altro”, per questo abbiamo scelto che dai nostri corsi, i partecipanti, possano ricevere competenze di qualità, che fungano da abito sartoriale cucito sulle loro esigenze.

Per approfondire le tematiche sopra elencate, e prendervi cura della vostra comunicazione, stiamo raccogliendo le adesioni per il corso COMUNICAZIONE EFFICACE!

[/column]

[column size=”one-half” position=”last”]

[cta id=’5510′]

[/column]

Formazione Risorse umane Tutte le categorie
Addetto alle vendite: un ruolo complesso ed in evoluzione.

In questi giorni si è conclusa la parte formativa del corso “Operatori ai servizi di vendita”, progetto di Garanzia Giovani finanziato dalla Regione Veneto, che ha dato la possibilità a 16 partecipanti di usufruire di 80 ore di formazione prima di calarsi per cinque mesi nel ruolo attraverso il tirocinio in azienda. Un ruolo questo che, oltre a richiedere le conoscenze relative all’attività di vendita, prevede di possedere ottime capacità comunicative, buone conoscenze del marketing, e soprattutto tanta predisposizione e interesse nei confronti della relazione.

Mai come oggi “l’addetto alle vendite”, ha avuto un ruolo così importante nella fidelizzazione del cliente e nella competizione con l’e- commerce: diventata ormai una realtà che sta cambiando il modo di comprare e vendere.

In effetti il mondo del lavoro è cambiato, sono richieste sempre più conoscenze, competenze e flessibilità, ma non tutti hanno la possibilità di comprendere le molteplici sfaccettature legate ad una determinata mansione.

Sembra quasi che esistano ruoli di serie A e altri di serie B, che per alcuni venga richiesto un certo percorso scolastico, e che per altri, sia sufficiente l’improvvisazione o qualche mese d’esperienza.

La realtà è ben diversa da come ci viene raccontata, oggi più che mai ogni ruolo professionale richiede grande impegno, conoscenze sempre aggiornate, competenze più ampie, buone capacità comunicative, di lavoro di squadra, problem solving, ecc.

Accompagnare le persone a lavoro, formarle, non dovrebbe essere un’attività d’eccezione o riservata a pochi ambiti, ma una prassi; è grande opportunità, che garantisce alcuni benefici già nell’immediato, ed altri, più significativi nel lungo periodo.

Noi di Cambiamenti nelle Organizzazioni continuiamo ad impegnarci, affinché le aziende si avvalgano di persone preparate, competenti e consapevoli del valore che possono portare nel loro lavoro.

Auguriamo a tutti i nostri corsisti, che l’esperienza formativa che stanno vivendo, si trasformi in un’opportunità di accrescimento personale e lavorativo, che possa segnare il passaggio da studenti/giovani lavoratori, a persone consapevoli, competenti e preparate, capaci di lasciare la propria impronta nei vari ruoli che “vestiranno”.