Per la prima volta 4 generazioni lavorano fianco a fianco, ma…
Quante volte ci siamo chiesti se siamo capaci di farci capire e di capire ciò che gli altri dicono?
Quante notti insonni passate a pensare e ripensare ad un problema lavorativo, e a cercare una soluzione senza chiedere aiuto a chi ha più esperienza di noi?
E quante altre volte abbiamo pensato se stiamo vivendo o ci sforziamo di sopravvivere in una realtà sempre più complessa ed eterogenea? Se veramente nella nostra azienda stiamo utilizzando tutte le risorse e gli strumenti a disposizione per creare nuove opportunità e vivere armoniosamente i cambiamenti?
Tutte queste domande frullano e rifrullano continuamente nella testa delle persone, vivere in una realtà che cambia continuamente e diventa sempre più virtuale, che non ha più valori e ruoli stabiliti pronti a darci una mano nei momenti difficili, che di omogeneo ormai ha molto poco e può farci rinchiudere in pensieri utopici che iniziano con: “sarebbe tutto più facile se…”
Viviamo in un contesto economico, sociale e culturale in continua evoluzione, e per la prima volta nella storia persone con diversi valori, relazioni, obiettivi di carriera, riconoscimenti e soprattutto età diverse, si trovano a vivere fianco a fianco nello stesso contesto lavorativo, senza riuscire a trovare l’equilibrio dinamico che le aiuti a tirare fuori in maniera ottimale, il valore aggiunto che ognuna di esse può portare nella vita e nel lavoro degli altri.
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- Ci sentiamo tagliati fuori, e appena arrivato il nuovo ragazzo che ha appena concluso il suo ciclo di studio, ed è più bravo di noi con gli strumenti tecnologici abbiamo paura di perdere quel posto che ricopriamo da una vita che c’è costato impegno e sacrificio.
- Ci preoccupiamo perché vogliamo dimostrare ad ogni costo di essere validi, e lavoriamo fino a tarda sera perché noi siamo leali all’azienda e siamo pronti a sobbarcarci sulle spalle tutto il peso del cielo per portare avanti ciò in cui crediamo.
- Ci preoccupiamo perché non abbiamo più vent’anni ma ad assumerci delle responsabilità non ci sentiamo ancora pronti, diffidiamo del lavoro di squadra, che diventa un ostacolo al nostro operare e ci guardiamo sempre le spalle per difenderci dagli agguati tesi da chi è diverso da noi. Ci preoccupiamo perché vogliamo dimostrare a tutti i costi di sapere, di far valere il nostro percorso di studio che ci ha dato in mano le chiavi della vita, e aspettiamo di continuo la pacca sulla spalla come conferma della nostra “verità”.
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L’osservatorio sul Diversity Management della Sda Bocconi, nel febbraio 2012, pubblica una ricerca – che si svolge ogni tre anni – sul tema della discriminazione in azienda, indagando alcune cause come: l’aspetto fisico, il genere sessuale, l’età, la provenienza etnica… i ricercatori pensavano che, come al solito, il problema principale sarebbe
stato la discriminazione di genere, a svantaggio delle donne, invece, la maggior fonte di disagio rilevata è diventata l’età!
Non si era mai rilevato prima che l’età fosse un problema per il 52% dei dipendenti.
Le differenze generazionali possono essere una grande opportunità per rivedere e disegnare i processi organizzativi, ma per ottenere questo risultato non esistono soluzioni preconfezionate, o detentori del sapere, lo sforzo richiesto è notevole, comporta un cambiamento sia della visione aziendale che di quella legata alle persone, che quando entrano in un contesto lavorativo portano con sé il loro zainetto pieno di valori, esperienze, pregiudizi, relazioni, paure ecc.
Dunque come trasformare un problema in un’opportunità?
Noi di Cambiamenti nelle Organizzazioni abbiamo deciso di mettere a disposizione sia delle aziende, che delle persone, interessate a compiere questo importante passaggio, la proposta formativa di questo mese, che mira a proporre spunti di riflessione, a fare il punto della situazione, e ad acquisire nuove competenze, per vivere al meglio tutte le opportunità, che la diversità, fonte di ricchezza, può offrirci.