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E’ PRIMAVERA: TEMPO DI OUTDOOR TRAINING

[dropcap style=”1″]L[/dropcap]a primavera è oramai inoltrata. Come ogni anno in questo periodo, ci troviamo di fronte a molteplici proposte commerciali che ci suggeriscono nuovi modi multivitaminici per gestire il cambio di stagione o promuovono “miracolosi” rimedi per essere pronti alla prova costume.

 

Dal punto di vista aziendale, l’arrivo della “bella stagione” apre nuove riflessioni e prospettive in ambito formativo…così come la primavera riaccende il rinnovamento e segna il momento di ripartire, allo stesso modo le imprese possono rivitalizzare il proprio clima interno con la nostra metodologia formativa: Outdoor Experience.

Quando il sole diventa la costante delle nostre giornate, l’aria è frizzantina e la luce ci accompagna fino a tarda ora, il bisogno di stare all’aria aperta aumenta, come aumenta il bisogno di cambiamento e innovazione e, se questi bisogni confluiscono in attività che favoriscono lo sviluppo aziendale, il risultato è doppiamente positivo per coloro che ne usufruiscono.

I benefici che si ottengono grazie alla Formazione Outdoor hanno un forte riscontro nella quotidianità e, soprattutto nel contesto professionale,

 

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  • accrescono l’integrazione e l’unione del gruppo,
  • consentono di praticare metodologie di comunicazione efficace,
  • permettono di scoprire la molteplicità dei punti di vista e delle alternative e, quindi, di sviluppare nuove competenze.

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Se quest’anno più che il look, volete rinnovare voi stessi e la vostra azienda, siamo pronti ad accompagnarvi alla scoperta di questo percorso.

 

Contattateci per informazioni e approfondimenti!

per approfondire

 

 

 

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OUTDOOR EXPERIENCE: formazione attraverso l’esperienza

Noi Italiani siamo un popolo di viaggiatori, facciamo gite culturali, viaggi di relax, tour enogastronomici, siamo anche molto bravi a fare viaggi nella fantasia con i nostri se…

Ma come mai noi, popolo di pionieri, per accrescere le nostre competenze professionali, non andiamo oltre l’aula (outdoor experience)?

Forse il motivo è legato alla convinzione che l’unico modo per ottemperare alle esigenze aziendali, sia rimanere immersi in quegli ambienti a respirare l’aria ormai viziata di riflessioni stagnanti.

Così oggi vicini a questo week end, che costringe a respirare aria nuova, vi proponiamo alcune informazioni su una diversa metodologia per gestire l’avventura della crescita aziendale.

L’outdoor è quella metodologia formativa per lo sviluppo personale e professionale, che utilizza il supporto di situazioni concrete fuori dall’aula, o meglio in mezzo alla natura, per far emergere il comportamento di una persona o di un gruppo.

Se pensate che lo scopo di questa proposta formativa, sia quello di ossigenare le menti con aria sana e pulita non siete molto lontani dalla realtà!

L’outdoor consente attraverso delle dinamiche ideate e strutturate, di proporre attività complesse e reali che mirano a sviluppare un apprendimento basato sull’esperienza, volte a raggiungere gli obiettivi.

Lo scopo è di proporre situazioni non familiari, che richiedano l’utilizzo di tutte le risorse per la ricerca e la sperimentazione attiva, di soluzioni a problemi concreti, in condizioni ambientali in cui le decisioni devono essere prese e le conseguenze che ne derivano sono immediate e tangibili.

Se state pensando a grigliate il cui piatto principale sono piedi roventi, siete del tutto fuori strada!

L’outdoor experience non va confuso né con esperienze estreme di sopravvivenza, né con pic-nic e giochi campestri. E’ un’esperienza seria, concreta che rientra in un progetto formativo di cambiamento, basato sull’ apprendimento e sulla riflessione, che richiedo lo stesso impegno che dev’essere applicato quotidianamente per lo sviluppo e il cambiamento dell’azienda.

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BUONA PASQUA

 

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Una nuova esperienza di formazione in outdoor

Una nuova esperienza di formazione in outdoor:
“Di qua e di là del Piave ci stava un’osteria”

[dropcap style=”1″]I[/dropcap]l nostro approccio alla formazione esperienziale è stato e rimane quello di progettare set tagliati sugli obiettivi del cliente, mai ripetitivi, mai uguali l’uno all’altro. Qui di seguito troverete il racconto di una esperienza DIVERSA che mescolando gioco, metafora e immersione nella realtà di un passato lontano ma incredibilmente vicino, vi spiega come la ricerca del contesto e il confronto con il cliente possano generare scenari sorprendenti.

Questa che vi raccontiamo è stata decisamente innovativa e sfidante per noi e per il cliente. L’azienda utilizzava per la quarta volta il nostro approccio e già questo dice quale “rischio” correvamo: come soddisfare e stupire un cliente evoluto e smaliziato?

 

Le ragioni dell’intervento

Come le altre volte, l’attenzione è centrata sulla crescita del gruppo di vertice, una decina di persone, integrato da un paio di “new entry” in ottica di verificarne certe caratteristiche manageriali.

Ma, a differenza degli interventi precedenti, il gruppo ci viene descritto come segnato dallo stress e dalle tensioni di dover reggere un mercato difficile, con la continua sfida di budget in crescita. Nell’ultimo anno, una riorganizzazione interna porta ad alcuni cambi di “scrivanie” cui si profila per il 2014 l’arrivo di un nuovo Direttore Generale dall’esterno, anche se attorno a questo elemento non vi era ancora ufficialità, ma, si sa, queste cose girano facilmente nei corridoi…

Quindi, il clima interno è elettrico, vi sono frizioni tra alcune funzioni, i cambi di ruolo non sono ancora stati integralmente digeriti, il fantasma del nuovo “capo” si aggira nei corridoi, anche se non nominato.

Il tema conduttore sarà questo: gestire e, soprattutto, saper anticipare il CONFLITTO.

Ma, possibilmente, senza nominarlo, che è un già una bella sfida.

Pensa e ripensa ci soccorre la storia: quest’anno cominciano le celebrazioni del centenario della Grande Guerra (1914-2014)!

Ma se noi a quel tempo mica c’eravamo in guerra coi crucchi! quando il Piave mormorava era il 24 maggio … ma del 1915! E allora? Appunto il conflitto c’era e noi (ancora) ne stavamo fuori, ma lo stavamo covando e accarezzando, indecisi se stare di qua o di là. Come in azienda, quando le ragioni ancora non ci sono chiare e ragioniamo più di pancia, tra interventisti e pacifisti; tra chi non comprende ancora gli agguati e chi ne vede più di quanti sia ragionevole prevederne. Che son già le basi necessarie ma non ancora sufficienti per lo scoppio di conflitti.

E allora cominciamo a progettare le caratteristiche di questa nuova sfida outdoor.

 

Un gioco di strategia

La metafora – guida sarebbe stata quella presa a prestito da un certo modo di “revisionare” la storia, quella del “…e se, invece di…”; prendendo i nostri personaggi aziendali e rivestendoli dei panni dei decisori di quel periodo; metà italiani e metà austroungarici.

E ci divertiamo un mondo a progettare un gioco di strategia che battezziamo, provvisoriamente, “La guerra mondiale”, non la “prima”, perché a quel tempo ancora non si sapeva se ci sarebbe stata la seconda e poi, per noi “talian” semmai, era la quinta guerra d’indipendenza!

Un gioco di carte, come il monopoli, dove al posto delle caselle con le case e gli alberghi, stava una bella riproduzione della mappa coi confini tra il Regno d’Italia e l’Impero di Francesco Giuseppe.

E per rendere più “reale” e facilitare il mettersi nei panni di quei “signori della guerra”, proponiamo che il primo giorno dell’esperienza si vada in ricognizione sui luoghi del fronte, in particolare di quel tratto che risulterà poi decisivo, quello su cui si giocherà la partita finale e decisiva: il fronte del Piave. Lo staff si giova di un esperto tematico che ci aiuterà a far piazza pulita dell’orizzonte dei capannoni industriali (molti coi cartelli “Affittasi” “Vendesi”!) e dei tanti troppi centri commerciali, suggerendoci di vederli come tante rovine distrutte dai bombardamenti degli uni e degli altri (avere altri occhi!).

Ma il titolo che daremo al progetto è un altro: “Di qua e di là del Piave ci stava un’osteria”, se vi va di leggere un altro pò, alleghiamo il manifesto che abbiamo distribuito ai partecipanti come presentazione dell’esperienza, mentre hanno ricevuto come testo propedeutico all’incontro (con calda raccomandazione anche di leggerlo) il noto “L’arte della guerra” di Sun Tzu.

E non mancherà la parte ludica di questo elemento, chè dalle parti delle colline coneglianesi le osterie non han mai ammainato bandiera!.

Torniamo al gioco di strategia: la mappa è rappresentata come fotografata dal biplano di Francesco Baracca, il cui esemplare, assieme al triplano del Barone Rosso Manfred von Richthofen, è perfettamente ricostruito e volante, dall’appassionato lavoro di Giancarlo Zanardo, nel suo campo volo, a poche centinaia di metri da dove l’asso italiano venne abbattuto, ancora non si sa come e da chi. E andremo anche lì, per toccare con mano l’arma innovativa che fu l’aviazione, in quella guerra. Metafora: per vincere occorre fare ricerca, molta ricerca, osare, alzarsi sopra gli altri…nonostante la sensazione di fragilità che si avverte, oggi, di fronte a quelle costruzioni di tela e legno.

Le carte: sia il Regno d’Italia che l’Impero, avranno a disposizione un mazzo di carte ciascuno, contenente possibili azioni strategiche; dovranno giocarle a turno, in forma sia di attacchi/difese, contrattacchi, negoziati, e altre azioni da noi estratte dalle reali strategie di quei tempi. Contemporaneamente, ad ogni “giocata”, gli effetti sul terreno verranno modificati da una simultanea estrazione di altre due carte, effettuata dal conduttore esterno del gioco (noi dello staff): una carta di “opportunità” collaterali all’azione intrapresa e una carta dei “rischi” anch’essi associati ad ogni azione.

 

L’esito

Dopo una giornata e mezza di attacchi e contrattacchi, di avanzate e ritirate, di bombardamenti, di voli arditi dietro le retrovie, di feroci Consigli dei Ministri, di gioiose grida e irosi commenti verso il “nemico” ecco com’è andata a finire:

BOLLETTINO DELLA VITTORIA AUSTRIACO

Oggi 25 gennaio 2014 l’impero austriaco ha posto definitivamente fine al conflitto riportando l’ennesima vittoria e vincendo la guerra. Si rende l’onore delle armi al valore dei soldati italiani morti sul campo seppure, come da italiche abitudini, mal guidati e privi di qualsiasi strategia. 

Per il popolo italiano avvieremo importanti opere di ricostruzione, mentre il Re e i generali verranno esiliati a vita.

 

Non inganni il tono un po’ leggero (ci sarebbe anche il testo della dichiarazione di resa italiana, come pure ci sarebbero le iniziali “dichiarazioni di guerra” ma appesantirebbero il già troppo lungo testo): i due “Stati” se le son date di santa ragione, senza esclusione di colpi, di tradimenti, menzogne e a quanto di brutto può spingere una condizione conflittuale di questo genere.

I partecipanti si sono calati nel loro ruolo in modo veramente “serio” e c’è voluta una lunga sessione di de briefing (quasi una giornata) per riuscire a far loro dismettere i panni indossati metaforicamente (e non solo: abbiamo procurato anche una serie di materiali originali, recuperati tramite un amico Direttore del Museo della Grande Guerra di Alano di Piave).

Non è stato quindi difficile il riconoscimento di alcune dinamiche qui giocate, emergenti direttamente dal retroterra aziendale recente. Così come gli scontri tra “generali” o “Ministri “ era quasi il medesimo, anche nel linguaggio, di quelli vissuti nel fronte che corre all’interno dell’azienda, le cui trincee, come pure i mezzi d’attacco, sono a tutti perfettamente noti.

La trasposizione dei conflitti interni proiettati e rielaborati nel contesto della “grande guerra” è stata così occasione di “teatralizzazione” (senza accennare a Moreno e alle sue teorie, ma con esiti simili) e conseguente espulsione di materiali ancora parzialmente non resi coscienti.

Ma non solo: nella rielaborazione attraverso il de briefing, alcune figure-luoghi sono state chiaramente riconosciute come situazioni conflittuali presenti sul mercato di competizione dell’azienda e quindi certe mosse (scelte delle carte di guerra) sono state fatte prendendo spunto da quelle situazioni.

L’identificazione del “nemico” (italico o austriacante) con i concorrenti è emersa e nel gioco di opportunità/rischi, a volte, sono state notate analogie con recenti situazioni in cui la competizione concorrenziale ha assunto caratteristiche molto simili.

In particolare, le due nazioni belligeranti si sono concentrate più sulle scelte mirate a recare danni logistici (distruzioni di depositi e infrastrutture), a indebolirne la situazione finanziaria che non a mietere vittime umane.

 

Conclusioni

Al termine dell’esperienza è intervenuto il Presidente e Amministratore Delegato, al quale i partecipanti hanno sintetizzato l’accaduto. Alcuni nodi conflittuali sono stati superati e, a mio avviso, persino alcuni potenziali nuovi momenti di scontro si sono anticipati, attraverso la drammatizzazione vissuta.

Riconoscendo l’originalità dell’esperienza e il parallelo, positivo, momento di conoscenza e osservazione dei luoghi geografici della grande guerra e dei momenti conviviali che, parallelamente, abbiamo loro fatto vivere.

Infatti, in questa esperienza abbiamo mescolato tre elementi:

quello metaforico attraverso il quale rielaborare le tensioni esistenti mediante la possibilità di riviverle nel contesto “storico”;

quello di conoscenza diretta di luoghi, mezzi e condizioni in cui i belligeranti di un secolo fa si son trovati; questo piano si è concretizzato con la visita del fronte del Piave dal Montello a Vittorio Veneto; il confronto tra cimiteri inglesi e italiani; [column size=”two-third”] il volo di un aereo dell’epoca a significare l’importanza di una innovazione che poi sarebbe “decollata” celermente, tanto che in meno di mezzo secolo, dal timido balzo dei fratelli Wright (267 metri) l’uomo è volato sulla Luna; la presenza di un personaggio che ha sperimentato direttamente le condizioni di vita dell’alpino nella guerra di montagna, andando a vivere per tre mesi in una delle poche baracche residue ancor oggi presenti sulla montagna;

quello ludico, non meno importante in una esperienza di apprendimento; sapendo che s’impara velocemente se si è in contesto gradevole, i partecipanti hanno potuto degustare una cena con “menù del fante”, ripreso da un ristoratore locale che ce ne ha illustrato la composizione e le sue origini; inoltre, l’ultima sera, in omaggio al titolo del progetto “Di qua e di là del Piave ci stava un’osteria”, abbiamo avuto occasione di cantarla tutti insieme accompagnati da una cantante fisarmonicista, che ha curato la raccolta dei canti dell’epoca, ovviamente ampiamente rappresentati quelli che la guerra ha prodotto.

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Cambiamenti Sostenibili
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Il progetto approvato dalla Regione Veneto con DGR 2020/2013 e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, è stato selezionato nel quadro del Programma Operativo cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e sulla base dei criteri di valutazione approvati dal Comitato di sorveglianza del Programma

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Fare squadra…camminando insieme

[dropcap style=”1″]C[/dropcap]aleidos, dopo la prima esperienza outdoor che ha coinvolto i responsabili di negozio, ha deciso di estendere anche al personale interno la possibilità di vivere un’esperienza formativa outdoor.Oltre alla necessità di agire sul team al fine di rafforzare lo spirito di squadra, ci si è posti l’obbiettivo di potenziare le competenze manageriali visti i ruoli ricoperti in azienda dai partecipanti. Leadership, problem solving, osservazione, creatività, capacità organizzative e di coordinament0 sono solo alcune delle competenze trasversali per quali l’esperienza outdoor è stata progettata.

L’efficacia di questa metodologia didattica ha consentito al gruppo, durante la fase di debriefing, di cogliere i collegamenti metaforici tra l’esperienza e quanto quotidianamente accade in azienda, favorendo la riflessione e l’apprendimento.

 

Scheda tecnica

Titolo del corso:           FARE SQUADRA…CAMMINANDO INSIEME

“Aula didattica”:           Il bosco di Refrontolo

Luogo di soggiorno:   Agriturismo Le Noci  –  Tarzo (Treviso)

Staff composto da:      Umberto Porri e Tiziano Minuzzo

Azienda:                          Caleidos SRL

 

I momenti salienti dell’esperienza

 

 

 

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Formazione outdoor: l’esperienza Confcommercio Venezia – CAF

Rafforzare le competenze del gruppo marketing attraverso la formazione outdoor

[dropcap style=”1″]C[/dropcap]onfcommercio Venezia CAF, espressione  di Confcommercio della provincia di Venezia, nasce dall’unione delle Confcommercio mandamentali con l’obiettivo di erogare servizi  alle imprese di tutti i settori e le dimensioni. All’interno di questo progetto e per rendere più efficace l’azione sul mercato e l’attenzione alla clientela, si è pensato di potenziare il gruppo marketing rendendolo più omogeneo. Inoltre si desiderava trasferire specifiche competenze spendibili nell’ambito del marketing come la comunicazione, l’osservazione, l’empatia, l’organizzazione.

Il percorso formativo outdoor è stato quindi progettato e realizzato per consentire di raggiungere i suddetti obiettivi, creando occasioni per il gruppo di imparare dall’esperienza.

Scheda tecnica

Titolo del corso:           TEAM BUILDING

“Aula didattica”:           Le colline del Prosecco

Luogo di soggiorno:   Agriturismo Le Noci  –  Tarzo (Treviso)

Staff composto da:      Umberto Porri e Tiziano Minuzzo

L’azienda:                        Confcommercio Venezia – CAF

I momenti salienti dell’esperienza

 

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Formazione outdoor: l’esperienza BidOn

Rafforzare la squadra attraverso la formazione outdoor

[dropcap style=”1″]B[/dropcap]idOn è un importante negozio del portogruarese conosciuto per le sue calzature di alta qualità, i marchi trattati e la vasta scelta di accessori e prodotti di pelletteria in genere. Cortesia e convenienza sono i loro punti di forza e per questo prestano particolare attenzione ai collaboratori, veri protagonisti nel creare un rapporto di fiducia con i clienti.

L’azienda sostiene costantemente la professionalità e la competenza del proprio personale attraverso attività formative mirate a migliorare e perfezionare la relazione con la clientela.

In questo caso, per rafforzare il gruppo di lavoro e mettere in pratica quanto appreso durante la formazione d’aula, l’azienda ha deciso di fare un’esperienza outdoor nei giorni 31 agosto e 1/2 settembre.

 

Scheda tecnica

Titolo del corso:           LEADERSHIP E TEAM BUILDING

“Aula didattica”:           Le colline del Prosecco

Luogo di soggiorno:   Agriturismo Le Noci  –  Tarzo (Treviso)

Staff composto da:      Umberto Porri e Tiziano Minuzzo

L’azienda:                        Bidon srl   –    visita il sito

I momenti salienti dell’esperienza

 

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Formazione outdoor: l’esperienza Jtaca

La formazione outdoor per rafforzare la squadra

[dropcap style=”1″]J[/dropcap]taca è la prima società partecipata al 100% dal Comune di Jesolo che gestisce servizi di sosta e mobilità sul territorio Comunale.

Le principali attività di Jtaca sono la gestione dei parcheggi pubblici a pagamento, di alcuni servizi di infomobilità, accertamento e rimozione di veicoli e del servizio di trasporto scolastico. Ad esse si affiancano la gestione di altri servizi di trasporto, principalmente turistici (trasporto di persone su trenini gommati lungo la Z.T.L. estiva e Bike Sharing).

Da tempo l’azienda investe sulle persone attraverso l’analisi del clima interno, il sostegno al miglioramento delle dinamiche aziendali e la formazione. Al termine di questo percorso ha deciso di rafforzare la squadra attraverso la formazione outdoor coinvolgendo  una decina di persone.

Così nei giorni 06 – 07 -08 giugno ci siamo ritrovati tra le colline del prosecco per vivere un’esperienza di team building con la metodologia outdoor experience.

 

Scheda tecnica

Titolo del corso:           LEADERSHIP E TEAM BUILDING

“Aula didattica”:           Le colline del Prosecco

Luogo di soggiorno:   Agriturismo Le Noci  –  Tarzo (Treviso)

Staff composto da:      Umberto Porri e Tiziano Minuzzo

I momenti salienti dell’esperienza ed alcune considerazioni dei partecipanti

 

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“Domanda:

ci propinano la solita americanata o un ritorno ai campi-scuola parrocchiali? (spero di non dover fare l’animatore per le serate allegre!).

Però la cosa mi incuriosisce.”

 

 

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“Lo spirito di corpo evapora con l’ottimo Prosecco bevuto a cena ed arriva l’ansia da sopravvivenza.”

 

 

 

 

 

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“Il  lavoro più importante che ci ha messo alla prova era quello di pianificazione, è stato rimandato al  giorno seguente non scegliendo bene il percorso da affrontare, non tenendo in considerazione che la  gestione del tempo non sarebbe stata rispettata aumentando sensibilmente la fatica, lo stress. Non  abbiamo tenuto conto dell’imprevisto, incertezza … “

 

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“E’ stata un attività  in alcuni momenti “avventurosa” mi ha portata a chiedere aiuto al mio gruppo per riuscire a  raggiungere l’obiettivo prefissato, ho dovuto aumentare la mia flessibilità personale migliorando la  capacità di adattamento a una situazione nuova e diversa dal solito ambiente familiare di lavoro con  la conseguenza di una maggiore sicurezza di me stessa”

 

 

 

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“Questa esperienza mi ha fatto capire che lavorare in gruppo è molto più facile e gratificante, infatti  in questi pochi giorni trascorsi al lavoro ho cercato di rinforzare i legami con i colleghi e dunque il  gruppo di lavoro con cui sono a più stretto contatto.”

 

 

 

 

 

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 “Con outdoor experience si impara facendo e riflettendo poi su quello che si è fatto …”

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“I vantaggi di questa esperienza sono stati senza dubbio il mettersi in discussione, la motivazione a  partecipare, apprendendo delle capacità diverse rispetto alla tradizionale formazione in aula.”

 

 

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Formazione outdoor: l’esperienza Caleidos

Un percorso formativo progettato per i responsabili di negozio

[dropcap style=”1″]C[/dropcap]aleidos è un’azienda protagonista nel settore della pelletteria e della moda donna. Le borse e gli accessori firmati Caleidos si contraddistinguono per la qualità dei materiali, la cura del dettaglio e la capacità di interpretare con gusto le tendenza della moda.

All’attenzione per il prodotto, affianca l’impegno per la crescita del proprio personale di vendita considerato strategico per la soddisfazione della clientela ed il successo dell’azienda.

Dopo un percorso formativo sui temi della comunicazione ed il rapporto con i clienti, ha aderito alla proposta formativa di OUTDOOR EXPERIENCE, coinvolgendo i propri store managers.

Così nei giorni 20 – 21 -22 maggio i responsabili dei punti vendita Caleidos, 22 persone, si sono ritrovati nell’Appennino Modenese (Zocca – MO) per sviluppare un’esperienza formativa outdoor.

 

Scheda tecnica

Titolo del corso:           Fare Squadra … camminando insieme.

“Aula didattica”:           Il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina

Luogo di soggiorno:   Agriturismo Tizzano di Zocca (MO)

Staff composto da:      Umberto Porri, Tiziano Minuzzo, Federico Marzari e Giuliano Furlanetto.

I principali momenti dell’esperienza outdoor Caleidos

Il benvenuto di Outdoor Experience

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La progettazione

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L’attività OUTDOOR

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Il debriefing

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Alcune affermazioni estratte dalle relazioni individuali dei partecipanti:

Partecipare a questa avventura è stata un’occasione unica, intensa e stimolante. Gli errori commessi all’inizio del cammino ci hanno messo alla prova e ci hanno fatto crescere molto, sia dal punto di vista personale che professionale.

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“Camminare insieme a…Caleidos  mi ha insegnato che uniti si possono raggiungere obbiettivi interessanti e produttivi. Ascoltare, confrontarsi ed esporre le proprie  esperienze condividendo il tutto con docenti e colleghe  aiuta a migliorarsi nel mondo del lavoro.

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Ritengo che l’esperienza di questi giorni sia stata molto positiva, poiché ci è stata data la possibilità di osservare quanto ci accade nella  quotidianità offuscata dalle cadenze obbligate, riportandola in una parentesi “fuori dagli schemi”  con una meticolosa attenzione da parte degli organizzatori nel far vivere e provare le stesse  sensazioni e situazioni trasfigurate in un “gioco guidato”. 

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… da qui le mie riflessioni del comportamento che abbiamo sul posto di lavoro:
Comunichiamo? Ma come? Usiamo un linguaggio chiaro a tutti? Lavoriamo in gruppo o da soli? Cosa possiamo fare per migliorare?

Personalmente penso di aver raggiunto la consapevolezza dei miei limiti e la volontà di superarli cercando il percorso migliore per poterlo fare

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L’esperienza che abbiamo vissuto, nonostante i pessimi risultati è stata stupenda.

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Sono felice di aver colto il senso e lo scopo di questa iniziativa, o almeno lo spero; sicura del fatto che sono rientrata a casa stanca ma “ricca”… più consapevole dei miei limiti e delle mie capacità… con la voglia di migliorarmi nella vita di ogni giorno, lavorativa e non!

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Il percorso che ho fatto insieme a voi e alle mie colleghe  è stato forse il più istruttivo, toccare con mano mettendo in pratica la teoria è tutta un’altra cosa.

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La verità è che sono venuta a casa con un carico emotivo “sconvolgente”!

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Può sembrare strano, ma ieri quando ci siamo salutati, avrei voluto che il nostro percorso fosse appena iniziato, ma purtroppo non era così! Chissà se un giorno tutto questo si potrà ripetere.

 

Formazione Outdoor
La formazione Outdoor ed i processi di cambiamento

La formazione outdoor può aiutare le aziende e le persone nel processo di cambiamento?

[dropcap style=”1″]L[/dropcap]a crisi economica impone a persone ed aziende di cambiare per non esserne travolti, impone di fare squadra. La formazione ed in particolare la formazione outdoor può essere uno strumento efficace per supportare gli individui a fronteggiare tale crisi?

La difficile situazione politica attuale è figlia di una crisi economica che ha avuto inizio quasi una ventina di anni fa, la quale, a sua volta, è frutto di una crisi sociale e culturale innescata nella società italiana dal cambiamento nei valori e nei modelli di comportamento che hanno spostato l’enfasi dalla società e dai gruppi all’individuo. Nelle fasi storiche in cui si stava delineando la globalizzazione, lo svuotamento dei poteri autonomi degli Stati a favore della finanza internazionale e sovranazionale ha comportato la perdita dell’identità nazionale da parte degli individui, illusi di poter divenire facilmente essi stessi sovranazionali, cioè non bisognosi di un’appartenenza sociale e culturale, per godere dei vantaggi di una flessibilità senza confini, soprattutto finanziari.

Ma ora che la globalizzazione è realtà si scoprono i limiti e i pericoli, finanziari e sociali, che si porta dentro.

[dropcap style=”1″]O[/dropcap]ccorreranno altri decenni perché si possano risanare i guasti delle “bolle” che ha fatto scoppiare, nel mentre le imprese sono alle prese con problemi enormi che richiedono risposte immediate.

Risposte che necessitano di persone in grado di affrontare l’incertezza, i problemi in essere di cui non esistono ricette spiegabili da alcuna delle teorie esplicative del mondo, economiche e sociali.

Che fare?

Domanda antica come il mondo.

Non lo so. Risposta adeguata, cui si può aggiungere, “però ci provo con una idea”.

Si può suggerire alle aziende di insistere con la formazione, ma non con la solita, quella fatta di esperti, da un lato, e di “discenti” dall’altro.

Per l’obiettivo principale da perseguire, cambiare l’approccio culturale alla società e all’economia, occorre sapersi cambiare dentro, nei processi mentali e culturali, per tornare un po’ all’antico, cioè ad alcuni dei valori persi per strada dopo la fuga nel globale.

Una formazione realmente alla portata di individui adulti, che apprendono dall’esperienza, non può che essere essa stessa “esperienziale”.

Cos’è la formazione outdoor?

[dropcap style=”1″]È[/dropcap] la possibilità di mettere le persone di fronte a problemi nuovi, da affrontarsi con l’intero apparato, fisico e mentale, di cui dispongono in modo che le soluzioni non siano solo “intellettuali” ma concrete, dovendosi percorrere sul terreno le soluzioni progettate.

Pensare-fare-ripensare-rifare, e via nella sequenza circolare che è poi quella che ciascuno utilizza in azienda. Con la differenza che può essere vissuta in contesti non abituali, di fronte a problemi nuovi, perché è questa la condizione “normale” dei tempi della nostra crisi.

Vari sono i contesti nei quali può attuarsi la formazione esperienziale di tipo outdoor training: dal bosco, al fiume, al deserto; con la pioggia, sulla neve, remando e soprattutto, camminando, poiché la metafora del cammino per sentieri ignoti è certamente la più adeguata e la più potente.

[dropcap style=”1″]L[/dropcap]a formazione esperienziale risulta pertanto in linea con il compito centrale che le imprese devono affrontare: trovare risposte nuove e adeguate a problemi nuovi e complicati. Attraverso di essa le persone, le aziende possono allenarsi a fronteggiare il cambiamento a cui sono quotidianamente esposte.

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